Soffri di dermatite?
Lo sai che solo il 30 % delle dermatiti è causato da accessori metallici e scarpe? Ed il restante 70%? DAI TESSUTI!!
La dermatite da contatto è un processo infiammatorio cutaneo che si manifesta sotto forma di chiazze e di prurito intenso, prima localizzato e poi esteso alle zone circostanti.
La dermatite generalmente è causata da tessuti e capi d’abbigliamento che contengono sostanze chimiche nocive come per esempio il nichel.
I responsabili principali della dermatite da contatto sono:
- le tinture: soprattutto i coloranti "dispersi" sono i peggiori in quanto essendo liposolubili penetrano facilmente nella pelle quando sudiamo
- le colle
- la gomma ( poliestere ) : è la principale causa di alterazione del microclima corporeo. La pelle di conseguenza non riesce a termoregolarsi e noi non percepiamo più una sensazione di benessere.
- gli sbiancanti
- i biocidi
Questi componenti rilasciano sostanze allergizzanti, pericolose soprattutto per bambini e adolescenti che hanno la pelle sensibile e soggetta ad allergie.
I livelli di sostanze tossiche, come la formaldeide, presenti nei tessuti provenienti dalla Cina sono risultati 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'OMS (organizzazione mondiale della sanità).
La domanda che quindi vi starete facendo è: Perché allora si produce fuori Europa?
Perché non ci sono regolamenti da rispettare!
In Europa esiste una legge che vieta l’utilizzo di sostanze nocive ma il controllo sui capi d’abbigliamento provenienti da altri paesi è piuttosto scarso. Andare a produrre in Oriente è stato come aprire il vaso di pandora! Non è più possibile chiuderlo ma NOI possiamo scegliere di fare qualcosa!
Possiamo scegliere di indossare made in Italy! Il vero made in Italy!
Inoltre le fibre tessili naturali coltivate biologicamente e prive di sostanze chimiche garantiscono la massima protezione alla pelle!
Questi processi certificati da marchi internazionali come GOTS (Global Organic Textile Standard) e IVN (International Association of Natural Textile Industry) si basano sulla tutela dei lavoratori e su un produzione “green” che mira al risparmio dell’acqua e dell’energia.
In questi casi, occhio all’etichetta!